Skip to content Skip to footer

Pianosa, tra le isole dell’Arcipelago Toscano, è quella più vicina all’Isola d’Elba e fa parte del Comune di Campo nell’Elba. Deve il suo nome, Pianosa, per gli antichi Planasia, alla caratteristica che più la contraddistingue, cioè il fatto di avere un territorio quasi totalmente pianeggiante. La sua maggiore elevazione infatti raggiunge solo 29 metri slm.

Le rocce sono di origine sedimentaria e si alternano tratti di costa rocciosa a tratti sabbiosi.

L’esistenza fino al 1997 del carcere di massima sicurezza, ha reso l’isola praticamente inaccessibile. Con la dismissione del carcere, l’isola è poi passata alla gestione dell’Ente Parco che ha organizzato una fruizione contingentata per conservarne la biodiversità a terra e a mare; ciò ha permesso di mantenere inalterato gran parte del patrimonio naturale dell’isola.

La vegetazione che ricopre Pianosa è una tipica macchia mediterranea di ginepro fenicio, rosmarino, lentisco, cisto e spazzaforno, un raro arbusto amante dei terreni poveri e prevalentemente rocciosi.

La fauna isolana è rappresentata soprattutto da piccoli mammiferi, ma fra gli animali non è difficile scorgere anche la pernice rossa, l’upupa e numerosi fagiani probabilmente introdotti con l’attività del penitenziario.

Circa una trentina di uccelli marini nidificano a Pianosa. Alcuni di questi sono il rarissimo gabbiano corso, la berta minore e maggiore, che si riproduce solo in alcune isole toscane e il falco pellegrino, in Italia molto raro, che nidifica sulle scogliere e sui costoni rocciosi inaccessibili.

fondali marini intorno all’isola sono certo tra i più ricchi e incontaminati, grazie all’inaccessibilità dovuta alla presenza del carcere prima e dalla successiva protezione del Parco Nazionale Arcipelago Toscano.

Oggi è habitat ideale per le praterie di posidonia e per le numerose specie che qui trovano riparo: salpe, dentici, triglie, saraghi, aragoste, ricciole e cernie o che scelgono il basso fondale per la riproduzione, come la granseola.

A largo di Pianosa è possibile avvistare i delfini, tartarughe Caretta Caret, mentre rari sono gli incontri, come nel resto dell’Arcipelago Toscano, della foca monaca.

Pianosa Isola carcere

La colonia penale a Pianosa venne istituita nel 1856 e divenne carcere di massima sicurezza nel 1968. Dal 1931 al 1935 fu detenuto sull’isola anche il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini, incarcerato per motivi politici.

Nella struttura vennero detenuti inizialmente personaggi appartenenti a organizzazioni terroristiche e, in seguito agli attentati di Falcone e Borsellino, il governo decise di confinarvi pericolosi esponenti della mafia.

La chiusura del carcere definitiva è avvenuta nel 2011.

Il Parco, dalla chiusura del carcere, ha cercato di favorire la fruizione dell’isola promuovendo la visita con guide, organizzando eventi, mostre fotografiche, escursioni e altre iniziative.

Adesso l’Isola è visitabile a piedi, in autobus, in carrozza e in mountain bike, alla scoperta di antiche rovine romane e catacombe immersi nella natura coperta, se la stagione lo permette, di fioriture gialle, rose e bianche.

È stata inaugurata la nuova Casa del Parco a Villa Literno, fatta rivivere come foresteria per i ricercatori, ma dove è possibile anche ricevere informazioni sul patrimonio naturale e storico-architettonico di Pianosa.

Dall’estate del 2013 inoltre il Parco ha aperto in via sperimentale la possibilità di fare immersione a Pianosa con i diving accreditati dal Parco. La fruizione subacquea è contingentata e regolamentata, ma permette, per la prima volta, di scoprire la ricchezza di biodiversità sottomarina di uno dei fondali più incontaminati del mar Mediterraneo.

(Tratto da InfoElba.it)